domenica 28 agosto 2011

Ricordi a 4 anni dall'inizio delle terapie

Quattro anni fa, a quest'ora ero da poco entrata per la prima volta nel reparto sterile dell'ematologia di Ravenna. Era l'inizio delle terapie, il primo giorno di un lungo ricovero. Nei giorni precedenti l'ingresso in ospedale mi avevano un pò spiegato come sarebbe stato, ma la mia mente, per quanto fervida, non poteva certo immaginare.. 
Ricordo che appena arrivata, con la mia mamma, mi fermai a fare degli esami del sangue e la colazione, per poi essere accompagnata nella stanza di ematologia. Prima porta a destra, ultimo di tre letti, in fondo, vicino alla finestra. 
Se mi impegno sento ancora l'odore del reparto e di quella stanza. Il rumore alle mie spalle della porta che si chiudeva, quella che divideva ematologia da oncologia. Il nodo alla gola nel vedere le finestre senza maniglie. E intorno a me persone bardate dalla testa ai piedi con camici e mascherine. E intorno a me persone malate, con i segni della malattia e della terapia evidenti.
Per la prima volta mi sono sentita davvero in gabbia. Avrei voluto scappare e far finta di non essere io quella malata. 
Ma l'arrivo della dottoressa mi ha subito riportato con i piedi per terra. Ricordo bene le sue parole. Molto dirette per quanto veritiere. Mi spiegò tutto, delle visite di una persona alla volta, dei cicli di chemio che mi aspettavano, del trapianto, dei capelli che avrei perso, del port che nel giro di poche ore mi avrebbero inserito per poter eseguire le terapie. Ricordo le lacrime che ben presto hanno solcato il mio viso. Ricordo la sua mano sulla spalla, come a consolarmi. Mi disse che non serviva piangere, che ci sarebbero stati momenti difficili e che ero lì per curarmi. Forse lì ho davvero capito che non si erano sbagliati, ero davvero io quella malata che rischiava di morire, non che prima di entrare lì dentro non lo sapessi, ma era tutto successo così velocemente, nel giro di poche settimane la scoperta della malattia e l'ingresso in ospedale. 
In quel momento l'ho odiata quella dottoressa, per quelle parole così forti e dirette. Poi col tempo ho capito quanto fosse necessario per quei dottori mantenere una certa freddezza e un certo distacco dai pazienti, pur non facendo mancare il loro lato umano. Con lei ho vinto una mia sfida personale, quella di cercare a tutti i patti la sua parte più amorevole. Oggi le voglio molto bene e quando la vedo riesco anche a "strapparle" qualche bacio e abbraccio.. che grande soddisfazione!

3 commenti:

  1. Quattro anni sono un gran bel traguardo, complimenti!!! Il primo giorno di ospedale è stato traumatico pure per me, che sono stata proiettata in quel mondo senza neanche qualche giorno di "adattamento" alla notizia. Comunque siamo qui, a raccontare tutto, e questo non può che essere fonte di grande gioia. non credi?
    un abbraccio
    Vale

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  2. Si hai ragione, siamo qui ed è questo che conta. Abbiamo una enorme possibilità e non possiamo permetterci di sprecarla.
    Un abbraccio cara.

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  3. Per me è stato il primo giorno senza di te.. e la consapevolezza che da li per un anno ti avrei visto davvero poco.. :(

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